Sono ormai passati due anni dalla laurea magistrale, ma eccola qui.
La “pubblicazione” -che non è ancora stata pubblicata, ovviamente!- di cui sono orgogliosa è la mia tesi di laurea magistrale:
La tutela delle lingue minoritarie. Uno studio delle politiche linguistiche in Europa e in Italia
Prima di parlare della tesi in sè, vorrei presentare il contesto che mi ha portato a spendere sei mesi di ricerca su un tema quasi sconosciuto, quello dei diritti linguistici e delle minoranze linguistiche.
Ero in Erasmus a Leuven (tanto per cambiare) e lì frequentavo un corso molto interessante, Linguistic aspects of ethno-cultural diversity. In questo corso si analizzavano diversi scenari linguistici, soprattutto quelli del cambiamento di una lingua madre in un contesto di lingua straniera. Il tipico esempio è quello della lingua degli immigrati stranieri, che sono “costretti” per motivi di integrazione a imparare la lingua del luogo che li ospita. Questo porta a un progressivo impoverimento della lingua madre, che cambia e si modella secondo i suoi parlanti. Ci sono poi le lingue morte che vengono rivitalizzate, come l’ebraico, lingue minoritarie che diventano maggioritarie, come il catalano, o lingue maggioritarie che diventano minoritarie, come l’italiano nelle zone di confine al nord della penisola.
Tornata in Italia pensavo: in Italia abbiamo un patrimonio linguistico ricchissimo, ma come si comporta il governo nei confronti di tutte le lingue presenti sul nostro territorio? Seguiamo delle regole? Le risposte a queste domande sono, ovviamente, che l’Italia sembra essersi dimenticata di tutto il suo patrimonio. Declassare le innumerevoli lingue a dialetti e scegliere arbitrariamente alcuni “dialetti” come lingue ufficiali non giova alla diversità linguistica.
E poi: come possiamo scegliere una lingua e non un’altra? Ci sono delle leggi internazionali che regolano le politiche linguistiche? Sì.
Ritornando alla tesi, le idee di base nella mia ricerca erano buone e sufficienti per scrivere almeno cento pagine, ma chi avrebbe mai accettato di seguire una tesi che non è nè di linguistica, nè di giurisprudenza nè di politica?
Individuata (a fatica) la professoressa relatrice, ecco un nuovo ostacolo: come giustificare tale scelta in una laurea magistrale di italiano per stranieri? Classificandola come tesi di didattica dell’italiano e inserendo un capitolo sull’Italia, ovviamente!
Non è stato facile scrivere, cercare dati, esprimersi nel modo corretto per evitare ambiguità, addentrarsi in ambiti sconosciuti come quelli della progettazione europea.
Il risultato è La tutela delle lingue minoritarie. Uno studio delle politiche linguistiche in Europa e in Italia , una tesi compilativa (non chiediamo troppo, eh :P) che raccoglie la storia dei diritti linguistici, le politiche linguistiche dell’Unione Europea e i progetti comunitari finanziati, insieme a un’analisi della situazione linguistica italiana.
Non è un lavoro perfetto e si potrebbero modificare e migliorare molti aspetti della tesi, ma andare fuori dagli schemi e pensare diversamente dal resto ne è valsa la pena.
Buona lettura!
Buongiorno,
sono un redattore del sito Bitoteko.it, dove a suo tempo era stata collocata la sua tesi di laurea magistrale sulle lingue minoritarie.
Dato che non avevo in mano alcuna autorizzazione (io sono subentrato dopo la creazione del sito) ho oscurato la tesi e cercato l’autrice.
Se mi scrive all’indirizzo xx posso inviarle il modulo di autorizzazione o, se più comoda, mi potrebbe scrivere due righe, autorizzando il sito bitoteko.it a pubblicare la versione digitale della sua tesi?
La ringrazio anticipatamente e porgo cordiali saluti
Andrea Montagner