Dieci anni fa ero troppo giovane per votare alle elezioni europee, e ho dovuto aspettare altri cinque anni per poter esprimere le mie preferenze. In questi anni sono stata chiamata molte volte come scrutatrice, ho visto centinaia di persone –con età compresa tra i 18 e 95 anni– uscire di casa con neve, caldo torrido, pioggia per poter dire la propria mettendo una croce sul simbolo di un partito.
Anche quando ho vissuto all’estero ho fatto di tutto per continuare a votare anche a distanza.
Perché?
Perché da sempre sono convinta che ognuno di noi lasci un segno, anche senza che ce ne rendiamo conto. Nasciamo parte di un collettivo che nel bene o nel male formerà ciò che siamo.
Perché abbiamo molti problemi da risolvere –il cambiamento climatico, la giustizia sociale, la minaccia alla democrazia– e il solo modo per trovare una soluzione è agire, insieme.
Uno dei modi che abbiamo di modellare la nostra società è il voto.
Per questo voto, perché non lasciare agli altri modellare il mondo in cui vivo.