Guida all’indipendentismo catalano per italiani – Breve storia della Spagna

Spain

Per capire a fondo l’indipendenza della Catalogna bisogna prendere in considerazione molti aspetti della Spagna, paese che noi Italiani conosciamo purtroppo superficialmente. 

In questa serie di articoli cercherò di spiegare il più chiaramente possibile come si è arrivati a una rottura così forte in una nazione europea. In questo articolo accenno alla storia del Novecento in Spagna, al franchismo e alla situazione attuale. 

  • Spagna: brevi cenni storici

Dopo la perdita definitiva delle colonie dell’impero –quello che Carlo V descriveva come “l’impero su cui non tramonta mai il sole”- nel 1898 e una profonda crisi economica e sociale nel primo Novecento, il generale Primo de Rivera organizza un colpo di stato e stabilisce una dittatura militare tra il 1923 e il 1930.

Nel 1931 vengono organizzate delle elezioni democratiche, e le manifestazioni popolari costringono il re Alfonso XIII ad autoesiliarsi. Viene proclamata una repubblica tra il 1931 e il 1939, ma le riforme messe in atto nel primo biennio –tra cui il suffragio universale- sono continuamente minacciate da scontri tra repubblicani e monarchici.

La bandiera della Repubblica Spagnola (1931-1939)
  • La guerra civile (1936-1939) e la dittatura di Franco (1939-1975)

Il colpo di stato del luglio 1936 organizzato, tra gli altri, da Francisco Franco, segna l’inizio della guerra civile in Spagna. I due fronti –Frente Nacional (monarchico) e Bando Republicano– iniziano una guerra sanguinosa. Con il supporto delle truppe tedesche e italiane che provocano la resa delle ultime città, tra cui Almería, l’1 aprile 1939 Franco dichiara la fine della guerra.

  • Il franchismo in breve

Appoggiato dai nazionalisti, dai monarchici, dai cattolici e da altre forze di destra, Francisco Franco accentra nelle sue mani ogni potere, addirittura decidendo lui stesso la successione dei monarchi.

La prima metà della sua dittatura si caratterizza per una forte repressione: cancella ogni autonomia raggiunta dalle diverse comunità autonome durante la Repubblica del 1931, impone un regime autarchico e cerca di allinearsi il più possibile alle forze dell’Asse (Germania, Italia e Giappone), cambiando anche l’ora del fuso orario. Vieta l’uso di ogni lingua che non sia il castellano, oltre a censurare ogni tipo di opposizione. Molti intellettuali sono costretti all’esilio.

Fino agli anni ’60 il sud della Spagna soffre una povertà incredibile, con zone sprovviste anche dell’elettricità. Gli spagnoli emigrano verso le regioni più ricche e verso l’estero, compreso il Sudamerica. Il Plan de Estabilización del 1959 pone fine all’autarchia, permettendo alla Spagna di cercare di raggiungere le altre nazioni europee in pieno boom economico con vent’anni di ritardo, puntando molto sul turismo.

In questo periodo Juan Carlos è sotto la tutela di Franco, e viene designato “successore” del dittatore nel 1969. Questo è uno dei motivi per cui i Repubblicani e gli ambienti di sinistra hanno fatto fatica ad accettare la monarchia dopo la fine della dittatura.

Il 20 novembre 1975 Franco muore.

  • La democrazia

Alla morte di Franco viene nominato re Juan Carlos I. Adolfo Suárez è il nuovo capo di governo, incaricato di “traghettare” il Paese verso la democrazia.

Nel 1978 si vota l’attuale costituzione spagnola, con un cambio sostanziale: lo stato non è più centralizzato, ma fortemente decentrato per poter rispondere alle grandi differenze culturali presenti nel territorio.

Con la costituzione vengono inoltre riconosciute come co-ufficiali lingue come il catalano, il basco e il galiziano, lingue ufficiali nelle loro comunità autonome che possono finalmente essere insegnate e parlate nuovamente.

La situazione non è comunque tranquilla: negli anni ’80 si costituisce l’ETA, gruppo terrorista basco attivo fino al 2011, e nel 1981 c’è un altro tentativo di colpo di stato a opera di Antonio Tejero, sventato per l’intervento del re Juan Carlos.

Uno scatto del tentativo di colpo di stato di Tejero (1981)

Gli anni ’80 sono gli anni della rinascita della Spagna, e il 1992 è l’anno della svolta a livello internazionale: Barcellona ospita le olimpiadi e Sevilla l’Esposizione universale.

Nel 2004 un attentato di Al Qaeda a Madrid provoca nuove grandi manifestazioni per chiedere la ritirata delle truppe spagnole in Iraq. Nello stesso anno, José María Aznar (Partito Popolare) perde le elezioni e Luis Rodríguez Zapatero (Partito Socialista) diventa presidente.

Zapatero si dimette nel 2011 in seguito alle forti pressioni dovute alla crisi economica, e alle successive elezioni vince Mariano Rajoy (Partito Popolare). Nel 2012 l’Unione europea salva la Spagna dalla bancarotta.

Aznar, Zapatero, Rajoy
  • La Spagna oggi

Gli ultimi anni sono caratterizzati dalla fine del bipartitismo, con la presenza di nuovi forti schieramenti come Podemos (di sinistra) e Ciudadanos (liberali/centro destra) che di fatto hanno spaccato il Parlamento in quattro, con una maggioranza risicata del Partito Popolare.

In seguito al referendum catalano stiamo assistendo alla maggiore crisi di governo dalla nascita della democrazia. Se si dichiarasse l’indipendenza sarebbero in “forse” non solo l’unità dello stato spagnolo, ma anche la tenuta del governo e l’economia di una delle regioni più ricche d’Europa.

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2 risposte a “Guida all’indipendentismo catalano per italiani – Breve storia della Spagna”

  1. Post utile per molti che non sanno e interessante che a scriverlo sia stata tu che sei così giovane. Ciao,

    1. Grazie! 🙂

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