Il Centro di ricerca della Commissione Europea, il Joint Research Centre, negli scorsi mesi ha sviluppato e aggiornato il Cultural and Creative Cities Monitor. Per confrontare le performance delle città sono stati elaborati dati di 168 città in 30 paesi dello spazio economico europeo, selezionate in base al loro impegno nella promozione della cultura e della creatività.
In questo video (realizzato dai Panebarcos!) si spiega in breve che cosa sia il Monitor.
Cosa rende culturale e creativa una città?
Sono stati presi in considerazione 29 indici di analisi statistica, raggruppati in tre gruppi principali per definire le città: la loro vitalità culturale, la presenza dell’economia creativa e quanto è stimolante l’ambiente circostante.
Ad esempio, per la vitalità culturale non si misura solo il numero di attrattori culturali, ma anche la partecipazione culturale agli eventi e la soddisfazione rispetto ai servizi culturali. Per quanto riguarda l’economia creativa, sono stati inclusi il numero dei lavori nella cultura, nella comunicazione e nell’intrattenimento oltre che al numero di brevetti presentati. Grande importanza viene data all’ambiente circostante con ben 12 indicatori. Vengono inclusi dati relativi al numero di laureati, ma anche alla presenza di stranieri, alla loro integrazione, al livello di tolleranza. Importanti anche i trasporti che vengono analizzati tramite il numero di passeggeri dei voli, di treni diretti per le città e l’accessibilità delle strade. Un indicatore viene anche dedicato alla percezione della qualità della governance della città.
La città culturale e creativa perfetta non esiste
L’analisi dei dati ha rivelato che una città ideale dal punto di vista culturale e creativo non esiste, ma è l’insieme di otto città di cui cinque con meno di 250.000 abitanti, altro dato che evidenzia come le capitali non siano il centro principale della cultura e della creatività, escludendo Parigi che emerge come una delle migliori città per la partecipazione agli eventi culturali e ai lavori nelle industrie culturali e creative. Le città più performanti, suddivise in base al numero di residenti, sono Parigi, Copenhagen, Edimburgo, Eindhoven e Galway.

Come si posiziona l’Italia?
Il nostro paese è stato analizzato prendendo in considerazione otto città capitali della cultura e finaliste al titolo (Bologna, Firenze, Genova, Matera, Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna), tre città creative selezionate dall’UNESCO (Parma, Roma e Torino) e sei città che ospitano almeno due festival internazionali (Brescia, Milano, Napoli, Venezia, Trento e Trieste).
In generale l’Italia si posiziona nella prima metà della classifica delle città per il numero di attrattori culturali, ma crolla nelle performance relative all’ambiente che non favorisce l’economia creativa. L’Italia totalizza pochi punti nella proprietà intellettuale e nell’innovazione, oltre che nei lavori nelle imprese culturali e creative. A sorpresa, l’Italia totalizza molti punti nella percezione positiva rispetto alla governance.
Milano registra un punteggio più alto rispetto a Roma e una performance in generale molto buona nel gruppo di città con popolazione di più di un milione di persone. Firenze è al primo posto della vitalità culturale nel gruppo di città che hanno tra i 250.000 e i 500.000 abitanti grazie all’ottima performance nella partecipazione culturale e alla presenza di spazi dedicati alla cultura.
Purtroppo solo Napoli e Matera sono presenti come città del sud Italia, e nessuna delle due registra performance degne di nota.
Come testare le policy per la cultura e la creatività?
Molto interessante è il tool per testare le policy. Selezionando una città, è possibile modificare gli indicatori per vedere l’effetto che avrebbero sul punteggio generale come città creativa e culturale. Per fare un test abbiamo preso in considerazione Leeuwarden, capitale europea della cultura di quest’anno, e abbiamo ipotizzato un aumento del 20% delle presenze turistiche e delle 0,6% degli ingressi ai musei per il richiamo del titolo vinto. Con la modifica di questi due indicatori si è avuto un miglioramento dello 0,7% nella classifica generale delle città culturali e creative. Aumenta dell’1,2% se si inseriscono laureati stranieri in materie umanistiche, mentre migliora dell’1,6% se si aumenta il numero di posti di lavoro in imprese culturali e creative.
Il Cultural and Creative Cities monitor non è solo un modo per vedere la performance delle città analizzate, ma anche per riflettere sugli aspetti che meno si possono misurare della cultura e della creatività, e più in generale dell’economia della conoscenza utilizzando degli indicatori universali e con dati facilmente rintracciabili che permettono di delineare più pragmaticamente aspetti che uniscono l’economia e la cultura.