L’Antico Porto di Classe è un tuffo indietro nella storia, quella antica e vera, quella che non riguarda solo gli imperatori ma la gente comune, la vita di ogni giorno.
Camminando in questo sito archeologico immaginiamo le imbarcazioni in legno che un tempo solcavano i mari, lo sciabordìo dell’acqua che si increspa e sbatte contro la banchina, uomini dalla forza ciclopica spostano sacchi di granaglie, altri caricano calessi di merci arrivate da chissà dove.
A pochi chilometri dal centro città sorge il sito archeologico dell’antico porto di Classe, costruito nel I secolo a. C. e riportato alla luce solo nel 2015.
Non era un porto qualunque: era il porto della flotta romana che difendeva l’Adriatico. Nel corso dei secoli e con la caduta dell’impero romano d’occidente, il porto divenne semplicemente commerciale, rimpicciolito rispetto all’imponente porto augusteo, ma in cui fiorivano le tipiche attività dei pescatori e degli operai addetti alle navi. Risale proprio al V-VI secolo la celebre rappresentazione musiva del porto che troviamo all’interno della basilica di Sant’Apollinare Nuovo.
A partire dal VI secolo, il porto e la città vennero ripetutamente attaccate e saccheggiate dai Longobardi sino a giungere al suo definitivo abbandono dopo un terremoto alla fine dell’VIII secolo.
In epoca moderna, il porto di Classe è legato alla sua storia misteriosa e connessa ai ritrovamenti fortuiti, spesso durante i lavori dei contadini della zona. Alla fine dell’800 vennero ritrovati i primi resti della basilica Petriana, mentre negli anni ‘60 e ‘70 del ‘900 si ritrovarono necropoli, mura, domus romane e anche la “testa di Tyche”, esposta al Museo Nazionale di Ravenna. Tra il 1975 e il 1977 venne ritrovata una fornace di ceramica, individuata grazie ai numerosi resti di anfore rinvenuti. Proprio durante questa campagna di scavi venne ritrovata per la prima volta l’area del porto.
Il progetto attuato per poter rendere visitabile il sito archeologico vi guiderà in questo viaggio nel tempo: delle lastre trasparenti si sovrappongono ai resti archeologici creando una sorta di realtà virtuale ed aiutandovi a immaginare più dettagliatamente come il porto si sviluppava, un ponticello vi condurrà da banchina a banchina, eal crepuscolo un’illuminazione suggestiva renderà il tutto ancora più magico.
Questo articolo è stato pubblicato su ravennacityguide.it l’1 aprile 2016.