Note sintetiche sull’Unione Europea – Politica linguistica

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Appena arrivata al Parlamento Europeo mi è stato detto “Ok, occupati di aggiornare i fact sheet e comincia da quello in cui sai di più” e ho scelto quello sulla politica linguistica dell’Unione Europea.

Può sembrare un argomento facile, ma in un mondo globalizzato e tendente all'”inglesizzazione” di tutto non è facile garantire la piena convivenza di 24 lingue differenti: bulgaro, ceco, croato, danese, estone, finlandese, francese, greco, inglese, irlandese, italiano, lettone, lituano, maltese, neerlandese, polacco, portoghese, rumeno, slovacco, sloveno, spagnolo, svedese, tedesco e ungherese.

Il rispetto della diversità linguistica è uno dei valori fondamentali dell’UE, al pari del rispetto per la persona e dell’apertura nei confronti delle altre culture. Si tratta di un concetto sancito nel preambolo del trattato sull’Unione europea, in cui si fa riferimento all’ispirazione «alle eredità culturali, religiose e umanistiche dell’Europa […] confermando [l’]attaccamento ai principi della libertà, della democrazia e del rispetto dei diritti dell’uomo»

Non è neanche un argomento noioso: cosa succederà quando il Regno Unito abbandonerà l’Unione Europea? Intanto, se volete saperne qualcosa in più, cliccate qui: Language policy of the European Union fact sheet (versione originale in inglese, aggiornata al febbraio 2017).

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